Il piccolo Hans - anno VII - n.25 - gennaio-marzo 1980

cola l'ironia. La forma viene semantizzata per scarti sti­ listici. L'escluso (/ciò che resta sicuramente fuori/), e _ non . si tratta solo del termine «materno» amputato dal sintagma cristalizzato «seno materno», si presentifica­ manifesta vocalmente (/grida/), la sua presenza non viene visualizzata. Non si prevede la, in gran parte impossibile, - trasformazione dei segni linguistici in iconici. Il corpo del testo, in rapporto alienato col corpo della lingua ma­ dre, si rivela «sempre» (dalla prospettiva del testo) co­ me monco. Il testo tace, sommerso nella sonorità virtuale della lingua. V. 5: I materiali esclusi, le referenze perdute «dor­ mono», non risvegliate dal bacio del principe-testo. La veglia viene negata (/assenza della veglia/); il sonno del- 1'escluso sembra, francamente, di eccessiva durata (/pro­ lungata/). La scrittura/lettura risultano deludenti. Ogni testo, dice la poesia, non fa che spostare il momento fan­ tasmatico della realizzazione del desiderio nel simbolico. È venuto il momento di riprovare. -È necessario comporre un altro testo. Questo tipo di testo per «dire» di più (/più total­ mente/), dice di meno. Varianti, che potrebbero saturare . i percorsi interrotti del codice ermeneutico immanente, vengono scartate; il testo tende, · per · una sua specifica solidarietà, a resistere e perdurare monco. Si pone così il lettore nella scomoda posizione di non . sudditanza e nella tentazione di saturare in proprio il testo con semi o costellazioni semiche non prescritte, ma non proibite nel cotesto di una lettura pertinente. L'irrigidimento porta alcuni . autori a normalizzare l a · pratica della scrittura codificando la pratica dell'esclu­ sione. Ezra Pound si dichiara contro «vague generalities, however magnificent and sonorous» 9 , mettendo, tra l'al­ tro, a bando le parole ·«astratte». La prescrizione è cor- 92

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