Il piccolo Hans - anno VII - n.25 - gennaio-marzo 1980
In queste prime lezioni ascolterete ,senz'altro dei ri ferimenti a discorsi che qui sono già stati fatti, ma an che l'analizzante, quando inizia la sua analisi ha venti, trenta, quarant'anni e anche più. In queste prime lezio- , ni ascolterete ,senz'altro qualcosa che non capirete, ma anche in analisi, l'analista non manca di sottolineario, non è questione di �< capire », nel senso per esempio di regolarizzare subito tutte le referenze che un sogno con tiene. La via di approccio alla , teoria psicoanalitica passa innanzitutto dal rendersi conto della peculiarità, della particolarità dei fondamenti e dello statuto di questa scienza ancora abbastanza nuova, che ,si chiama psicoana lisi. E l'approccio a uno di questi concetti , fondamentali, che - è l'inconscio, non ha certo niente di mistico, e nep� pure fa dell'oscurità un valore, ma semplicemente è un concetto di una « qualità » diversa da quello che altre scienze richiedono. Così, il sapere che riguarda l'incon scio è un sapere diverso, per esempio, da quello di cui si tratta all'università. Un sapere diverso che determina anche un tempo diverso. E ricordiamo quelle scoperte fatte da Freud sull'après coup, sulle sensazioni del già visto, già sentito, già vissuto. E del resto, se l'inconscio non avesse un tempo tutto suo, non ne sapremmo niente, perché è grazie a questo suo tempo, che ha molte caratteristiche dell' atempora lità, chè, a una qualsiasi età, incominciando non impor ta da dove, dicendo non importa che cosa, possiamo arrivare non solo alla fine di un'analisi personale, ma anche a quel Hvello detto didattico, che consente di ri percorrere lo svolgimento della propria analisi alla luce di una teoria che il metodo stesso della propria analisi ha consentito di ,acquisire. Ecco in che direzione si muove la prima lezione che ascolterete questa sera, forse più difficile di quanto non saranno le prossime, nelle quali porteremo avanti un' 8
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