Il piccolo Hans - anno VII - n.25 - gennaio-marzo 1980
tutt'affatto diverse, si capisce, e tuttavia rimando pro prio con « rature», però sostantivo non verbo). Quanto a /vague/, il contesto costringe a leggervi qualche cosa di là dai significati immediati: l'allusione a un movi mento (quello della sparizione?). 4. Nel reticolo di queste intersezioni, producendole e insieme venendone prodotto, si colloca il fumeur. A dif fernnza, che so?, del fanciullino o del voyant, non è una metafora ma copre il ruolo di vera e propria istanza costruttiva ed esplicativa di questa poesia, non appen� nel senso di agevolarne l'ermeneutica ma in quello di rivelare il senso complessivo della sua procedura. La poetica del fumeur trova nella Pt'pe, uno degli « anecdo tes ou poèmes», prolegomeni affatto insufficienti, anzi devianti, giacché la ·« pipa grave», connessa al « travail d'hiver» e preferita alle sigarette « avec toutes les joies enfantines de l'eté», non va oltre il riconvocare nella stanza le care nebbie, i fuochi, gli alberi dello square di una Londra conosciuta in passato - insomma fun gere da quasi-anticipo fumatorio della �< madeleine». Al tro, tuttavia, è il contributo di un passaggio di Solitude, dove è in atto una congiunzione fra fumare-meditare scrivere: « Justement je ne pense rien, jamais et s1 J y cède, unis cette méditation à ma fumée au point de les suivre, satisfait, diminuer ensemble avant que m'asseoir a un poème...». Qui appare il cigare, « exclusif, qui défraiera tous interviews». Ma un altro protocollo, regredendo ardi tamente nel tempo, fino al Mallarmé adolescente, lo som ministra una poesia già datata nei primi due versi: 11 dicembre 1861: A un poete immoral. 38
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