Il piccolo Hans - anno VII - n.25 - gennaio-marzo 1980

degli altri non essendo che paura per la morte propria. E la scuola è il primo mondo ,della ripetizione, fatto co­ me è di «imagines», dice Freud, in cui genitori e fra­ telli trovano per il bambino i primi sostituti. Diversa­ mente che per Edipo, che ha avuto sul suo cammino la tragica conferma del suo romanzo familiare, a contatto con la scuola il romanzo familiare del bambino, che si sintetizza nella fantasia «sono figlio adottivo», sembra smentito dai moduli di iscrizione, dalle firme che scu­ sano l'assenza. Ma questa assenza che si infiltra anche lì, e che è «la prego di scusare l'assenz;:l. di mio figlio» (cfr. V.F.G., «Archeologia dell'Avanzante», in Crisi del sapere e nuova razionalità, De Donato, 1978), ha poi come riscontro i campanelli, la divisione in classi, l'uni­ forme, che prepara quella sottile trasformazione daìla serv ,itù alla burocrazia, passaggio dal discol'SO del pa­ drone verso il discorso universitario, che è il passaggio dal godimento del servo (che ci riporta al freudiano Un bambino è picchiato) al godimento molto più ambiguo e molto più prossimo alla morte del discorso che _ si spaccia per inter pares. Discorso dell'uguaglianza sul pia­ no del diritto che è fatto per eludere il rapporto alla legge. In realtà, per usare questa parola, noi siamo pro­ dotti del discorso universitario come il plus-valore nel discorso - del padrone. E l'assenza per cui siamo stati scusati a scuola si aggrava via via che siamo promossi. Di fronte all'S2, come per la decisione di uno · psichiatra ­ che prende sul serio, che '«attualizza», il timore del «viol», l'oggetto perduto piccolo a che aveva provocato una piccola assenza all'aeroporto ,di M. viene ad occu- pare il posto del grande Altro ( _:_ _ � a \ S1 $ ) Ed è proprio in riferimento a questo Sapere, che si apre il punto -di contatto tra nevrosi e psicosi. Il passaggio 29

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