Il piccolo Hans - anno VII - n.25 - gennaio-marzo 1980
scorso maggio a proposito della formazione delle clas si. Questo <e -dire un qualche cosa» è allora un dire qual che cosa su di sé, non perché il sé sia l'oggetto di ciò che si dice, ma perché in qualche modo ne è l'effetto, perché il « qualche cosa» già si scontra con un « tutto» che non è quello cui si .riferisce la regola, ma piuttosto quello del sapere come appare nel discorso universi tario, sicché questo « qualche cosa» incrina, o cerca di farlo, un essere tutto sapere, portando anche drammati camente, anche dolorosamente, in luce in analisi ciò che 1a regoia del dire tutto evidenzia r1spetto al tempo della seduta, che il resto, ciò che non si fa in tempo a dire, · è perduto. L'accettazione della · regola fondamentale, che non è perciò né facile né pacifica, pone subito in campo l'oggetto piccolo a. E il « dire tutto» avanza di un sa pere diverso da ciò che si sa, che è quello dell'inconscio. L'individuazione del · « non importa che cosa», che può essere quella del significante primo, S1, che nel discorso del maitre occupa il posto dominante e nel discorso del l'isterico oocupa il posto dell'Altro, da cui l'isterico di pende nella propria identificazione, rappresenta invece il risultato, o il resto, o il residuo, nel discorso dell'ana lista, proprio perché, in qualche modo, non importa co me, la fine dell'analisi riprenderà, perché sia l'analizzan te ad enunciarla, la complessità contradditoria della re gola fondamentale, quando finalmente quel piccolo « u no» trascurabile rivela il « tutto» di un destino che è sottratto però al dominio dell'Altro nel cui posto è il soggetto barrato a collocarsi ora. Ed è a questo punto, come vedremo, che emerge la teoria, e non prima, vie tata all'analizzante da uno degli aspetti della regola del l'astinenza, quella stessa cioè che vieta all'analizzante di portare durante la sua analisi cambiamenti determi nanti nella sua vita, proprio perché è solo a questo pun to, e - non prima, che la teoria emerge dalla clinica , nel duplice senso di una conseguenza e ,di una uscita. 24
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