Il piccolo Hans - anno VII - n.25 - gennaio-marzo 1980
la riostra «pensabilità » consente che inizi la lettura del mondo? Vediamo un caso in cui questo intreccio si mostra in alcune delle sue componenti. Esiste un,a critica clas sica dell'idealismo, quella che Feuerbach rivolge ad He gel rimproverandogli di aver capovolto la relazione tra soggetto e prèdicato. Almeno fino - ad Althusser, cioè per un lungo periodo, se si pensa alla tradizione della marxologia storica, si è creduto che questa fosse una critica propria di Marx. Anzi su questo modello un fi losofo italiano ha anche tratto conseguenze epistemo logiche generali. Ma è una considerazione che appar tiene a un'altra storia, ora esterna al discorso. Quello che conta è che per un lungo periodo gli intellettuali che si sono riconosciuti in questa critica, e quindi hanno potuto parlare di una storia «reale» che prende il po sfo di una storia «ideale», hanno vissuto questa espe rienza come se essa fosse una vaccinazione che, di prin cipio, stabilisse la forma della loro rélazione con il mon do e quindi anche la loro identità di intellettuali. Il ri sultato della ripetizione di questa ideologia inconscia e razionalizzata è stato che il mondo è stato scritto (per lo meno in ciò che si supponeva contenesse di vera mente importante) in un linguaggio tipico da scenario filosofico. Ne è derivato un effetto idealistico dei con cetti che ha condotto alla combinazione delle lettere dell'alfabeto, appunto, per scrivere il mondo invece che per leggerlo. Vedo, a questo proposito, che si inaugura la moda non grandiosa, dei «cattivi . maestri» a proposito dei grandi scrittori di filosofia del radicalismo umanistico (Sartre, Marcuse ecc.). Esiste un illuminismo di risenti mento che, anche nella sua sincerità, manifesta una sua radice intellettuale poco elegante, nel significato che ha questa parola nella retorica della matematica. Non credo sia questione di «cattivi maestri», credo che il 178
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