Il piccolo Hans - anno VII - n.25 - gennaio-marzo 1980

per quel cosi distorto pubblico «alternativo » e per quei poeti ostinati a strillare i propri testi su quel rumore di fondo, o più prudentemenrte in ritirata. 5. La manifestazione di Castelporziano èl insomma ser­ vita a rivelare il senso reale della circofazione di massa della poesia nella cultura 1 contemp0Tanea, specie in quella giovaniile e marginale, e il carattere illusorio di tu1Jti gli usi della poesia in chiave di valorizzazione immediata di sé. Il «rumore» emergente dall;uso di massa della ,poesia è un dato reale della situazione di oggi, che non può essere ignorato e minimizzato, ma và invece conosciuto e affrontato per quello che è. Non ci si può però accontentare di una semplice presa d'atto, che finisca poi per accettare tutti i con­ notati di questa 11ealtà, magari col proposito di ge­ stirla e cavalcarla, scorgendovi rin fondo una nuova, inaudita vitalità della poesia, compiaoendosi ingenua­ mente (in una cieca , sopravvalutazione del proprio spa­ zio istituzionale) di tanto convenire di folla, di tanto ,sca:t,enato interess, e, e leggendo anche neHe risultanze più distorte e preoccupanti l'annuncio di nuovi e più liberi equilibri. Ogni diagnosi ottimistica è fuorviante e senza orizzonte: occone inevitabilmente scegliere tra la complicità col rumore ,e la ricerca di ·una via che ponga la . poesia fuori dal dom i nio del rumore, in , uno spazio forse ipotetico ma capace di suggcrire una con­ figurazione diversa e civile del . mondo. Chi accetta idi subir,e ,la sovrapposizione e l'equivoco continuo tra immediatezZJa e mediazione finisce per fare della poesia una ,proiezione del · nu1lra dello scambio so­ ciafo, il rumore di rapporti ,sempre falsati ed accecati, l'emblema dello shock artificiale delle metropoli imbar­ barite: ,e in questo orizzonte si può oscillare dal suo uso più cinico e spietato, come ·strumento aggressivo e terroTistko, al suo uso più ottusamente tenero, come 171

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