Il piccolo Hans - anno VII - n.25 - gennaio-marzo 1980

tecnioa della stessa poesia. Ecco allora che l'universo dell'immediatezza ambiva a passare ._ su.Ila scena della mediazione; il pubblico voleva impadronirsi del palco poetico, quando, nel buio della sera e al-la luce dei riflet­ tori, esso diventava teatro della poesia riconoscil!ta, me­ diata dall'artificio tecnico e dal possesso del microfono (mentre di giorno, quando ,era aperto a tutti, il palco stesso interessava molto di meno). Nell'assalto · al palco e al-la parol , a dei poeti, nella lotta per impadronirsi del - microfono, con ioollaiterali bombaiidamenti di sabbia, di bottiglie, di assi di legno, di sedie, di · minestra, esplo­ deva allora un'aggressività balbettante, in un impazzito ed indecifrabile carnevale. Quando qualche poeta riusciva ad imporsi sul ru­ more e sulla confusione dominante, poteva farlo solo 1.n seguito ad una integrale accettazione ,di quel ru­ more: Io -doveva ai suoi nervi saldi, al-la ,sua capacità di controllo sugli umori . delle masse, aid una sua totale indifferenza al ,significato di quella baraonda che sot­ tostava alle sue distillate parole; finiva per entrare in complicità col rumore, barando soittilme:ote tira gli ele­ menti in scontro e creando una falsa imma - gine scenica della propria immediatezza, a cui il pubblico era pronto a piegarsi, facendosi condurre per mano come un be- . stione scemo. Il vero successo della manifestazione è stato in que. sto trionfo del rumore, immagine esemplare di tutti i residui e le deviazioni a cui oggi è condannato l'essere sociale della poesia: Castelporziano · ha messo in scena il confronto e ,Io scontro tra la produzione e 1'uso so­ ciale della poesia come immediatezza, e la · sua natura formalizzata e mediata; ha verificato questo scontro in una · occasione collettiva, che ha messo in evidenza il circolo tra essere della poes1a e comportamenti, modi di esistere; ha estratto ed amplificato il rumore, come risultanza di questi scontri e di queste contràddizioni, 169