Il piccolo Hans - anno VII - n.25 - gennaio-marzo 1980

zione di massa che ha la funzione di imporre come im­ mediato e - spontaneo · tutto .dò che essa proietta e vei­ cola. Ecco allora il paradosso della singolare prise de la parole degli ultimi anni, della trionfante moltiplica­ zione della ,poesia: quella stessa scrittura che sorge da una negazione delle mediazioni t ,ecniche, come sponta­ nea trascrizione del «vissuto», rifiuto di ogni artificio e di ogni sovradeterminazione culturale, è in realtà -,composizione di residui linguistici e comportamentali messi in circolo dall'universo . tecnologico, dal mondo ultramediato delle comunicazioni di massa. 3. Alcune recenti esperienze hanno cercato di mettere in opera un diretto ed esplicito drcolo tra cultura della mediazione tecnologica e cultura dell'immediato: si tratta soprattutto di forme di spettacolo · urbano conce­ pito come moltiplicazione policentrica dello spazio della città, dove 1a produzione di eventi e di oggetti tecno­ logici ha oer:cato una continua, · diretta relazione con 1a presenza dello spettatore-consumatore. L'«Estate ro­ mana» del 1979, organizzata dall'.Amministrazione co­ munale, è stata la prova più fortunata di questo tenta­ tivo di instaurare . un movimento continuo, uno scambio ininterrotto, ·entro la catena che porta dal prodotto spettacolare (mediato dall'artificio tecno-logico) all'im­ mediatezza assoluta dell'io consumatore. La presenza e i'intervento di quest'ultimo è stata stimolata convocan­ dolo in diversi punti e -luoghi .comunicativi e/o sp.etta­ colari della città: un pubblico in c.ui molto forte era la componente del proletariato gioyanile e degli intellet­ tuali pro1etarizzati (gli strati .in cui appunto è più dif­ fusa la cultura dell'immediatezza) era invitato ad una · continua illusione di .coralità pa"rtecipativa immediata e pluridirezionale, in uno spazio urbano concepito come occasione perpetua del meraviglioso. · Lo spettacolo ·emergente dagli . angoli delle strade, 165

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