Il piccolo Hans - anno VII - n.25 - gennaio-marzo 1980

pretende certo di trasportare questo valore sul piano della sacralità, né di aspirare a riconoscimenti lette­ rari in ,senso istituzionale: vuole offrirsi soprattutto come segno comunicativo verso altri segni solidali, aspi­ rando ·a risuonare entro un ambito che condivida lo stesso atteggiam e nto di autova:lorizzazione. Si tratta di una poesia che chiede continuamente che qualcuno ri­ sponda, , e che · le risponda col suo stesso linguaggio; al limite, la risposta che essa attende è la ripetizione di se stessa, ila riconferma del suo processo di autovaloriz­ zazione, la trionfante ripercussione deUa sua immediata identità. 2. Ma l'autova:lorizzazione, in _ un mondo governato, lo si voglia o no, da un'infinita catena di mediazioni, dove nessun soggetto e nessun atto può realmente darni co­ me uno ed immediato, .finisce per coincidere con l'au­ toaccecamento: e un movimento ·allucinatorio sembra aver guidato negli ultimi anni molti comportamenti so­ ciali, passati dalla difesa della propria marginalità e del proprio diritto all'essere immediato, ad una espan­ sione di ,sé a modello universale, sospesa tra blatera­ zione vittimistica e aggr,essività prevaricatrice. L'auto­ valorizzazione del soggetto immediato ha preteso di pro­ lungarsi sull'intera scala sociale, di ogni singolo com­ portamento richiedendo non soltanto la ,legittimazione, ma quasi l'estensione a modello egemonico: molti atti « diversi » ed alternativi hanno iHusoriamente sospesi) la propria diversità, proi , ettandola come norma di una , presunta socialità liberata (nei casi peggiori addirittura come norma di comportamento politico). Il , soggetto che pone H proprio essere :immediato come modello sullo spazio che rio circonda finisce spesso per dar luogo -a forme accecate di violenza (che magari si presentano come manifestazioni di amore, di tene·rezza): e quanto più forte si crede la loro ,libertà e im- 163

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