Il piccolo Hans - anno VII - n.25 - gennaio-marzo 1980

che, attraendo quelle forze sul suo fuoco, le dispone in forma ordinata, geometrica (triangolo, quadrato, rettan­ golo, ecc.). Il campo magnetico in questione è - non c'è dubbio - il linguaggio, dalla cui esistenza deriva, come abbiamo appena detto, l'inesistenza della Poesia. Come pure della corda. Dalle noci sappiamo che per poterne estrarre il con­ tenuto oocorre previamente romperle. La rottura delle noci, è noto, dà vita alle noccioline le quali - pur es­ sendo americane - ce '1a dicono lun.ga su quell'equi­ librio delle forze che si vuole ordinato e _ geometrico. Da tutto questo ne scaturisce ,il seguente principio: quand meme, esistono i poeti. E tanti quanto un campo sterminato di noccioline. Rimbaud di datteri doveva intendersene. Dal carteg­ gio con Mallarmé sappiamo che il poeta si nutriva, ol­ tre che di silenzi, anche di datteri. E che conosceva pure i mercati. Quelli arabi, beninteso. A tanto, al dat­ tero cioè, la fantasia dei poeti nostrani e d'oltr'alpi, di certo non arriverà mai. Mai · più. Perché questo non è il tempo dei poeti. La medicina alimentare attribuisce alle prugne un forte potere lassativo. E certamente non potevano man­ care sulla tavola imbandita della Poesia. È quanto sa ogni ospite che si rispetti. Ogni ospite che è uscito dalla scuola di Arturo, pardon, di Artusi. Di che cosa debbono liberarci - i francesi dicono sdulager - le prugne, non è difficile dire. L'amore del tiranno è soprattutto amore della lingua, della sua lingua. E per questo non basta certo un cunilinguis. Perché essa, la lingua - come la Poesia - non esiste. Essendo proprio questa sua ine­ sistenza ad abitare le dimore deserte del linguaggio. Le noccioline fanno (il) · resto. 153

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