Il piccolo Hans - anno VII - n.25 - gennaio-marzo 1980

Uno è la « sala », che Holderlin dice una volta « den altgebauten seliggewohnten Saal » (.la safa anticamente costruita, abitata da esseri felici) 23 : essa_, è un Fassen che non chiude, destinato alla festa, e che l'incontro degli runici venuti di lontano immette neH'aperto, nel lontano. Un , altro , è la memoria, i1l Gedachtnis; un altro la parola, il Menschenwort che contiene unbekannt il Geist. 24 • Contenenti che - non contengono, ma segnano, in Sehnen e Zorn segnano di distanza, dunque aprono: dispersione e raccolta nell'alternare allegoriale delle let­ tere 25 • Bisognerebbe fare ila Ticognizione della Trauer (tri­ stezza e ilutto) come termine che incombe nel cosmo (e caos) holderliniano - anche quando appaia sotto la specie di termini contigui (la Nacht) od opposti (la ' Freude): « doch bannt und Hemm( de unendliche Nacht mich immer » (:n:ia mi esilia e m'impedisce una infinita notte) u, (( so sterb Einst im Ernste des Leb,ens Unsre Freude, doch schonen Tod! » (muoia icosì, in un severo vivere, la nostra gioia la sua bella morte) 27 , ché infatti: « Viele versuchten umsonst das Freudigste freudig [zu sagen, Hier spricht endlich ,es mir, hier in der Trauer sich [aus » (Molti tentarono - invano - di dire con gioia ciò che più è gioia: qui, finalmente, nel lutto, si esprime) 28 • Se il _ poeta, nel limite accett· ato (infinite volte) della Notte, vota se stesso al viaggio illimitato tra le essenze unbekannt e gli enigmi 148

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