Il piccolo Hans - anno VII - n.25 - gennaio-marzo 1980

poesia vuole ritrarre con « il suo silenzioso lavoro di mimesi», che piuttosto « si intreccia con lo spirito, in subitanea bellezza ». L'attività della fantasia insegue non il reale ma il fantasma, l'ombra della realtà-a-venire. Il poeta fa a questo proposito un interessante paragone, apparentemente casuale. Scrivendo all'amico e tentando di spiegare all'amico profano l'essenza della propria vo­ cazione, e mestiere, Keats dice: « Non ti sei mai tro­ vato ad ascoltare, in un luogo molto bello, una melo­ dia già conosciuta, cantata da una voce incantevole? E non ricordi ,allora di aver immaginato nel pensforo il volto di chi cantava, e di averlo fatto più bello di quanto fosse? Eppure, nella esaltazione del momento non ti accorgevi del bello che stavi creando, perché eri salito così in alto sulle ali dell'immaginazione, e in quell'al-di-là ritrovavi quel volto incantevole ». Il poeta vuol dire: la « cosa » che in quell'attimo viene creata è poesia. E la poesia è un dono. Distante dal reale, essa si colloca in una scena che al mondo dona la verità della bellezza. Con il volto reale, e la voce, quella voce � quel volto, che il cor si finge, intràttengono il legame di una ripetizione che è creazione dello spirito. « Ciò che l'immaginazione coglie come Bellezza deve essere verità - sia che ,esistesse prima o no..Perché io credo delle passioni tutte, ciò che credo dell'amore: che ess:e sono tutte nel loro momento più alto produttrici di bellezza pum ». La poesia è questa passione: passione che dona .verità. Nel poeta romantico il pensiero della poesia natu­ ralmente si sposa alla meditazione religiosa: « Questa considerazione (sulla natura dell'immaginazione) si ac­ compagna ad un altro dei miei temi di meditazione pre­ feriti. Cioè, io penso che nell'aldilà godremo il possesso di quella che sulla terra chiamano felicità, e che si ripre­ senterà nell'aldilà in forme perfette, assolute... Tra l'im­ maginazione e il suo riflesso empireo passa credo la 135