Il piccolo Hans - anno VII - n.25 - gennaio-marzo 1980
(/heard/), mentre /hoof/ ·è sineddoche dell'unico ter mine «animato» ( = cavallo). Una lettura parziale porterebbe a citare a proposito «exegi monumentum aere perennius». La lettura ad alta voce delle pagine iniziali riconferma che si tratta di un monumento sonoro, metaforicamente una serie · · di crescendo e decrescendo concettuali (tocca al lèttore disporre i materiali gerarchicamente in una direzione o nell'altra, relativamente al «valore» intonazionale co dificato, in rapporto analogico col «valore» dei me talli). Ma a chi non fosse sensibile alla dovizia sonora dei significanti esibiti nel testo, si indica un libro sa piente, Musical Allusions in the Works of James Joyce 28 , che sottolinea il copioso materiale verbale ricavato da Joyce da canzoni, libretti d'opera ecc. che, in questo episodio, funge da segnale metatestuale nella prospet tiva di una possibile fruizione orale del testo. _ In un testo come questo, l'insieme semantico e for male sono in rapporto di forza variabile; alla pratica dell'esclusione segue quella dominante della selezione e della saturazione «anaforica». Si tratta di un corpo simbolico governato da forze irriducibili al fantasma dell'oggetto perduto · del desiderio. Il lettore immerso nella complessa orchestrazione dell'opera d'arte, trova una forza variamente prodigiosa, relativa alle sue pos sibilità di lavoro sulla parola. i Tomaso Kemeny 101
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