Il piccolo Hans - VI - n. 24 - ottobre-dicembre 1979

tendo un suono nasale ed inserendoci •sopra una li­ quida. Ciò si realizza tenendo la lingua appoggiata sul rpalato. Un altro metodo è quello in cui s'inserisce, mediante un colpo di glottide, un suono gutturale sopra quello nasale. Con il V.I.S. (Voices identification system) si può ot­ tenerie un grafico nel quale si vede bene cosa succede in rtali casi, alla voce. Sul foglio il primo suono, quello nasale, è ,rappresentato da una linea fissa. Questa linea a un certo punto si ,sdoppia e fo :qn a il secondo suono, circa due ottave sopra, composto solo da armonici. Con lo stesso metodo •si può ottenere una «triplo.. fonia», ossia, immaginando il grafico del V.I.S. noi vediamo i medesimi suoni di prima rpiù un basso, in genere, formato da un'ottava sotto il suono nasale. Con un certo studio si possono ottenere anche delle «quadrifonie ». Per ora questa tecnica èl conosciuta solo da alcuni monaci tibetani e da alcuni cavalieri nomadi della Mongolia. L'uso è rituale. La loro tecni­ ca consiste nel riuscire · a mantenere a lungo il suono base e poi ricamarci intorno con la liquida e il colpo di glottide. 3 La voce presso alcune culture extraeuropee. INDIA E' necessario premettere che la voce in India come in altre regioni è strettamente legata alLa religione. A tal punto che esistono sacerdoti che hanno come com­ pito specifico quello di addestrarsi all'uso della voce per parlare con «dio». Nella musica indiana la voce è uno strumento auto.. nomo. Cioè, essa non ·serve solo a raccontare storie, 83

RkJQdWJsaXNoZXIy