Il piccolo Hans - VI - n. 24 - ottobre-dicembre 1979

stico è fadhnente trasformato - nel contesto sociale - in gioco espressivo. In modo simile il balbettio narci­ sistico del bambino o i pianti di rabbia con i quali egli tenta di ridurre direttamente la tensione :interna sa­ ranno interpretati come segnali da coloro che lo cir­ condano. Avendo realizzato ciò, il bambino riprodurrà gli stessi gesti vocali per ottenere gli stessi ·risultati, risolvendo quin'.di la tensione con _ urna reale gratifica dei suoi desideri. .I gesti espressivi fonatori - polmo­ nare, glottidale o della bocca - sembrano perciò richia­ mare il gioco fonatorio narcisistico. Questi movimenti avevano originariamente il solo scopo di ridurre la ten­ sione in modo immediart:o: essi erano -letteralmente es-pressivi, ma divennero poi espressivi nel senso rtras­ lato del termine. Come gesti espressivi sono a metà strada tra le azioni rreali ed i segni arbitrari con i quali sono integrati. IL ROSTO DELLO STILE FONETICO NELLA COMUNICAZIONE VERBALE In un manoscritto ,di un centinaio di pagine che na­ turalmente non possono essere presentate in questa se­ de, ho tentato di ,studiare i livelli più avanzati del lin­ guaggio e dello stile verbale fino ad arrivare alle opere letterarie per vedere quali forme ·sono rtratte dalle ten­ denze che abbiamo incontrato al livello fonetico. V'è un certo parallelismo tra distorsione sintomatica dei fonemi e riarrangiamento espressivo dei monemi, tra gesticolazione simbolica degli organi fona r tori e mani­ polazione sirn:bolica della frase parlata concepita come una serie ,di cubi 42 • Credo che vi sia una forte analogia tra sostituzione fonetica (deformazione) e transfert del significante, tra tropi lessicali e grammaticali. Per vedere il pieno fiorire deile tendenze autistiche nello stile (ri- 74

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