Il piccolo Hans - VI - n. 24 - ottobre-dicembre 1979

sorta di intesa perfetta tra gli interlocutori che danno l'impressione di conoscere tutto ciò di cui sembrano non sapere nulla 17• Per ·ritornare al nostro modello: ciascun suono che si emette in forma modificata dalla «Componente De­ formante» sarà registrato da una Memoria che è ac­ coppiata subito con il «Deformatore» e con la Gram­ matica. Questo è ciò che permette alle regole della Gram­ matica di essere radicalmente cambiate da distorsioni che sono diventate frequenti e tipiche ed è anche ciò che spiega che il codioe linguistico cambia indipenden­ temente dalla volontà di chi lo usa 18• Nella lingua di tutti i giorni lo stile fonetico è spes­ so chiamato «accento» o «intonazione». Questo può essere spiegato e giustificato dal fatto che i messaggi stilistici secondari sop.o più importanti a livello proso­ dico. E' quasi un campo aperto nelle lingue che non hanno tono distintivo. _ La comunicazione per patterns di altezza arbitrari occupa un posto relativamente pic­ colo. L'intonazione emotiva può essere considerata un tipo di gesticolazione indiretta in cui la mimica laringale è proiettata in uno spazio sonoro. I cambiamenti nella frequenza fondamentale sono percepiti come un movi­ mento spaziale, come un cambiamento di altezza. (Il termine ungherese hanglejtés significa letteralmente « danza sonora»). Sebbene integrate entro il sistema linguistico, le forme d'intonazione conservano il loro ca­ rattere gestuale, la loro motivazione, la foro trasparen­ za - per usare il termine plastico di Ullmann 19 • Questa motivazione è più o meno mascherata da differenze tra sistemi prosodici: per - esempio, il principio di ossitonia nel francese di fronte all'accento sulla prima sillaba in al­ tre lingue, come l'ungherese; un contrasto che necessaria­ mente influenza l'intonazione della frase. La stessa ten­ denza, la stessa regola di trasformazione darà differenti 62

RkJQdWJsaXNoZXIy