Il piccolo Hans - VI - n. 24 - ottobre-dicembre 1979

è aspra o dolce. Mi viene da dire çhe è come è scritta. E' piuttosto un segno che un suono. Mi fa venire in mente l'immagine di un carosello televisivo in cui Zorro la8cia sulla polvere di un tavolo, un tavolo appunto ro­ tondo, di legno lucidato, ma senza foro centrale, il segno terso della z. Nel carosello lo traccia con un dito, nel film di Zorro è la spada a tracciare que 1 lla specie di squartio, di lacerazione, una zeta nei pantaloncini del­ l'avversario, impigliati nel chiodo di una recinzione. O nei denti di un cane, il canino della redarne della Cop­ perstone, se così si chiama, lozione solare, che scopre il posteriore rotondo, di gusto botticelliano, che la linea interna delle natiche divide, al sole. Sole come s. Ma a questo punto mi accorgo che le serie delle associazioni che avrebbero dovuto dipartirsi da due luoghi diversi. si sono sovrapposte. Cane, erta canina, erta che conduce all'Ecole, cavalli. E' molto sottile la linea che dividé Copperstone dalla successiva associazione Copperfield. Qui soccorre la lin­ gua inglese, stone pietra, field campo. Davide Copperfield nella mia testa nasce per un attimo orfano, Oliver Twist, emerge una governante, e poi il nome di una possibile madre, Dora, che è invece stato il suo grande amore, qualcosa legato alle pulizie di casa, Dora che spolvera, il tavolo della zeta, il nome di mia zia con cui sono stata, piccolissima, . mentre mia madre era all'ospedale. D'3.vide lancia una pietra nel campo, Davide lancia una pietra contro il gigante Golia. Golia, una pastiglia ro- tonda e nera, per far venire la voce. E' così che dalla z puntuta, spigolosa, le ossa delle spalle non ammorbidite dalla femminilità, si fa strada� ammorbidente, il filo serpentino e sinuoso, il seno arro­ tonda il torace dell'adolescente, di voce della s. Ed è · qui che questo sogno mi si unisce al sogno del- 1'altro giorno, in cui mi vedevo, di fronte, di spalle, un giovanetto adolescente, dal corpo esile, tutto bianco, sen- 6