Il piccolo Hans - VI - n. 24 - ottobre-dicembre 1979
finito o �espresso (si tratta del principio, noto in Hegel, che ' non c'è trascendenza '). C'è poi il principio eco� nomico che ' occorre sopprimere il sopprimibile (il finito stesso, l'uomo/nella-lingua) affinché esso non sopprima, non attenti all'assoluto '. Il pr:incipio economico presup pone, e . ci rico11da, la necessità « ontologica » notata. Si direbbe, 'soprattutto non ci si « deve » dimenticare che c'è trasoendenza '. Solo ora si legano, del tutto alla radice in _ Hegel, la filosofia e la sua espressione. ,Infatti, il pri mo principio presuppone a sua volta il secondo: la En tausserung, l'espressione-come-finita - addirittura, pri vilegiatamente, nel corpo di una lingua, per di più foni ca - del Geist ne preserva il silenzio, come-inespresso. Su un registro del 2 ° principio, siamo ricordati - 'nel' silenzio délla « parola originaria » - che c'è trascenden za. Su un registro del 1 ° principio, il quale addirittura richiede una "- presenza » effettiva, ' nella ' lingua, è espres so - prende corpo l'evento - che non c'èl trascendenza. Su questo antagonismo - su nessuno dei due registri si trova la stessa cosa - si ·esercita in Hegel sia la per manenza del discorso metafisico (specialmente come un'ontoteologia) che la sua inaugurale messa in que- . stione. Nel 2 ° principio non si evoca il pericolo della sua fine? · E non aocusa questo pericolo la stessa inef ficace espressipne effettiva, fonica, se emanazio 0 ne della espressione silenziosa, la quale il pericolo ricorda? A.-nche la prima parola, del Dio-lingua, deve essere stata un silenzio, si accennava. ,Ma, naturalmente, non vanno disigiunte, qui, due lingue ,e, in particolare, è « futile » - sopra si èl ipdicata questa futilità, che nella gene rale non disgiunzione delle due lingue si noterebbe an che meglio ---'- insistere sul primato della lingua delle phonai. Piet , ro D'Oriano 52
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