Il piccolo Hans - VI - n. 24 - ottobre-dicembre 1979

Lo scritto e l'a-voce: che cosa è una protesi? Incomincerò da un mio sogno. Sono in arrivo a Parigi dove mi propop.go di incontrare un analista il cui nome conoscete e che il mio sogno non sceglie a caso: Dumézil. Alla stazione ferroviaria, accanto aUa banchina dei treni una sezione circolare, un banco tutto tondo e vuotò al centro, di legno lustro e scuro, sostiene una targa rettangolare che indica il nome, Dumézil. Al cen­ tro un uomo con il camice bianco. All'angolo dell'atrio della stazione vedo la farmacia. Mi accorgo in quel mo­ mento di non conoscere l'uomo e capisco che non si ,tratta di Dumézil che si scrive Dumézil ma si legge in francese Dumésil, ma di Dumézil che si scrive Dumézil e si legge anche Dumézil. Prendo allora, con mio padre, una car­ rozza a cavalli e mi dirigo verso la sede dell'Ecole freu­ dienne, lungo un'erta che mi porta in un'aula con una lavagna, in cui si insegna matematica. Ma a quel punto non mi occupo più di cercare Dumézil, e anche mio pa­ dre scompare. Il nome di Dumézil non è scelto a caso. E' l'unico che ricordo di quelli dei colleghi francesi in cui si pre­ senti per me, italiana, una consonante, z, per scritto, di­ versa dalla consonante s, della pronuncia vocale. La z che leggo sulla targa è indubbiamente una z scritta. Non saprei dire infatti se, visto che la leggo in italiano, 5

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