Il piccolo Hans - VI - n. 24 - ottobre-dicembre 1979

dotto, in diversi alfabeti, etc., sottende un altro, che i suoi segni sottendono «ombre - ». Queste ombre, il logico, interferiscono, disturbano lo «ascolto» · - lo stes­ so ascolto: il solo gesto che infine la Prefazione di WdL · consente - del lettore, che se ne avvisa per un altro ascolto, della parola silenziosa, di un'altra lingua. Il testo che leggiamo comunque non «narra» (ivi. p. 21) il logico, 1o an sich della lettura stessa. Chi in Hegel enfatizza l'universalità della lingua natu­ rale cioè verbale, e insiste che egli non ne prevede altre (' se così, · allora... '), o chi si lamenta che non sia andato troppo avanti, per es. verso la lingua·'casa dell'Essere ', o che anzi non prevedendo che la lingua verbale sia rima­ sto troppo indietro, per es. dentro la metafisica della _ voce ('fonologocentrismo ') -, è in genere vittima 18,. a vario grado e per vari motivi, dell'immane privilegio accordato in filosofia a 'la lingua ' da una tradizione re­ cente, di cui Hegel stesso è tra i primi iniziatori. In questa tradizione, ' ' la lingua ' ' designa un essere compo­ sito. Quella di tutti i giorni, la parlata detta 'naturale ', in cui il soggetto si muove 'come un pesce nell'acqua', più una qualche altra lingua. Essa, poveramente o ric­ camente delineata, è la prima ma sottoposta a riflessioni filosofiche, che intendono o darci - né più né meno - della prima l'essenza (vedi la filosofia dello ordiJnary language, la quale - almeno - arricchisce i suoi cul­ tori di unò sguardo nuovo sulla lingua: esservi il pesce nell'acqua e saperlo non è poco: perlomeno il pesce è in nuove acque) oppure, oltre l'essenza della lingua par­ lata, qualcosa, si direbbe, di più essenziale. Diciamo, il rapporto ' giusto ' (filosoficamente) con la prima (per es., con la scoperta di una lingua dei poeti & dei filo­ sofi; per es., con la messa in rilievo di alcup.i curiosi - agenti, uno dei quali fa capolino nell'enunciato 'la lin­ gua parla ', e un altro, dentro la lingua vocale anzi di phonai, si chiama ' grammè ', origine assoluta del senso 49

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