Il piccolo Hans - VI - n. 24 - ottobre-dicembre 1979

' I 3. L'insistenza in queste pagine è stata sulla po chezza della coscienza�filosofante, particolarmente del logico. Su essa sola era congetturabile ' il profilo ' al meno del luogo del Concetto, certo non per la lingua del Dasein o «presenza». Ma come precisamente la «ri costruzione» de1la parola afona del logos, del logico autopresentantesi? Quale la sua ·«esibizione» (W dL, I, pp. 19-22)? A questa Darstellung si è qui continuamente alluso, in assenza di un altro testo, di un'altra lingua che abbia '« un essere - ». Ad essa allude la stessa Enci clopedia contrastando - ma appena congetturando - due lingue, una, degli uomini, rappresentativa e dell'in telletto; , l'altra, degli dei, del concetto concreto e della ragione (E p. 12, cit.). Le pagine di WdL in genere qui riferite sono della prefazione alla 2 a edizione del ;libro. Alla fine (ipp. 19- 21) il seguente argomento vi è presentato. (1) Sarebbe augurabile che il logico (il logos, la parola silenziosa, etc.) -ricevesse « un'esposizione perfetta», più che << ma tematica»: di sequenze di «espressioni semplici» in «deduzione», «grado per grado», l'una dall'altra. Sa rebbe questa una scrittura « geroglifica» (precisa E § 459 A) del logico, invero ·« senza l'aggiunta di una sin gola parola» (Prefazione cit.). Si noti: qui si è messi - implicitamente - in guardia contro « J'intromissione» della lingua naturale (sonora-scrivibile), la quale, la Pre fazione specifica, è propria della « rappresentazione o del pensiero indiscriminato >>-. Ciò confermerebbe - con l'augurio, almeno, di una lingua «perfetta», la « gero glifica», che è una specificazione (cf. E § 459 A) della naturale, sonora-scrivibile - la validità dei nostri ra gionamenti: nell'augurio premerebbe il bisogno della « lingua del concetto concreto». (D'altra parte l'augurio a favare della lingua geroglifica, che proviene dalla so nora, fatta di phonai, ma è nettamente distinta da es,sa (dr. la stessa A al§ 459), indicherebbe la grande rozzezza 46