Il piccolo Hans - VI - n. 24 - ottobre-dicembre 1979

gico si è detto - ch'essa «contiene già in sé qualcosa d'altro» (ivi pp. 21-20), qualcosa di già scrivibile, altre «categorie, pensieri, concetti» (p. 21), che, «i momenti della totalità» o Concetto, per la sua riflessione sono invece pezzi smembrati (cf. le delucidazioni al § 1, II). Il logico*, si direbbe, è in ritardo costante sul 'più di scrittura ' della, in cui consiste la, Idea. Il logico* «ab­ brevia» (ivi p. 13) il Concetto che invece è «abbre­ viazione incommensurabile» (p. 18). Non dispone che di «espressioni semplici del semplice» (p. 19) - nella sua lingua, naturale, vocale/scritta. Si capisce, ora, che l'inefficacia della cosdenza-filo­ sofante o -riflettente - la quale accade «nella» lingua, «nei» nomi - garantisce, da sola, la salvaguardia del 'più di scrittura ' che è il 'testo ' della (gen. sog.) Idea. Questo 'testo ' può - dunque .:..__ scriversi «nella» lin­ gua, «nei» nomi, nel , testo logico *. Inefficace quella coscienza e lingua, (ciascuna ,di) essa va «tolta» cioè soppressa. Ma così non è «tolto·», non è soppresso 'il più di scrittura', «l'assç>luto», etc. Una tale «costru­ zione» consente !l'iscrizione - nel testo {senza virgò­ lette: lo leggiamo) ora della (ma ' della ' sta sempre per un gen. sog.) Idea: ora leggibile in una «ricostruzione», WdL, I, p. 19 · - del suo «automovimento» (ivi, II p. 485 cit.) ovv. di una autopresentazione. L'automovi­ mento, non tolto non soppresso, è apparente ora per., ché tolto è stato «il movimento della vita umana» e si è cioè (< nelle silenziose regioni del pensiero» (ivi, I p. 12 cit.): aldilà della lingua rappresentativa «d�g,li uomini» (E p. 12, cit. in parte), aldiqua del non/senso­ nella-lingua, nella «parola originaria», afona. La cui definizione (cf. § 1 in questa parte) combacia con quella della parola effettiva: per un momento l'una parola combacia SU!ll'altra, si direbbe, rma per un reciproco di­ stacco (quindi le due <lefinizioni hanno due sensi, vanno in due sensi). 45

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