Il piccolo Hans - VI - n. 24 - ottobre-dicembre 1979

III 1. Dare corpo a questa parola «trasparente» (W dL, II, p. 485, cit.), il suo contorno almeno, è disagevole: «in quanto è», ovv. « si dà un essere» (ibid.), essa si è, da sempre, «cancellata» (per definizione, si diceva). La sua esibizione è di un silenzio. Essa, malgrado un testo la chiami 'Dio ', ha 'creato ' il mondo in silenzio. E darle corpo è dare corpo a «ombre» (WdL, I, p. 41, definisce il logico « il regno delle ombre»). In particolare, nel suo piano c'è il luogo della lin­ gua sonora, c'è la sua «universalità» (cf. per es. E § 20), a segnale, privilegiato, che c'è della ragione nel mondo, ch'esso ha un'anima, etc. Ma si tratta anche con essa d'Altro, per la sua incompiutezza soggetta al lavoro del «negativo». La «negatività» del segno-so­ noro consiste nel suo «essere-là», Dasein o presenza ma «per cancellarsi nel tempo [proprio] in quanto è» (E § 459), o «si dà un essere». Il Ton è «la piena espressione (Ausserung) dell'interiorità che si fa cono­ scere» (ibid., cit.). E' curioso quanto la definizione, ora, della parola o «espressione» effettiva combaci con la definizione dell'originaria (W dL, II, p. 485 cit.). Il loro combaciare - un contatto un distacco - deli­ mita l'aldiqua e l'aldilà indicati. Nei fatti, après coup, non c'è che la parola effettiva: quando l'originaria 'è ', è�come-espressa ma allora, essa, è1 «cancellata» (ibid., cit.), cioè non si «dà un essere», non «è». E la parola effettiva subisce la pazienza del Concetto, il ne­ gativo che si chiama 'tempo '. La retroattività la lavora, il già-passato 14 : instabilmente trattiene la propria «anima» (§ 458 A, cit.) o significato poiché questo non è il vero, non il senso-pensiero il quale non è per il segno/nella-lingua. Il · non/senso-nella-lingua è invece l'inizio _ assoluto, «l'anima» (WdL, I, p. 16) che è « il logos» (ivi pg. sg., cit.) «pulsazione di vita» (ivi pg. 43

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