Il piccolo Hans - VI - n. 24 - ottobre-dicembre 1979
getto-cosciente, del logico* per es., con il fogico, che è l'inconscio del logico*. Vi è nella lingua uno «spirito speculativo » (W dL, I, p. 10): rispetto al suo « , sovranaturale» o «natura logica» (p. 16), cioè il logico, la lingua è « una logica naturale» (p. 17; si pensi - per es. - alla « forma» linguistica, « la grammatica», E § 459 A). E la lingua è l'Altro privilegiato del lavoro logico, l'Altro « natu- ' ralmente» logico: l'uomo èJ non-natura perché pensa: il suo «istinto [ verso il] logico» agisce (in «impulsi (Triebe) », WdL, I, p. 16) decisivamente nella lingua: al logico, cioè al pensiero «puro», si arriva infatti attraverso la lingua, «nei» nomi. Ciò s'indicava in I, § 3, anche nelle elucidazioni là date, e, in II, sinora. Questo «sensibile insensibile» ( cf. la seconda serie di elucidazioni date nel corso del § 2, I) che è la lingua sonora gode quindi in Hegel di un assoluto privilegio - almeno apparentemente. All'inizio incosciente «nella lingua» il soggetto, «nei nomi», è cosciente: è lo spirito/pensante-consa pevolmente. Ma nella mancanza infine alla propria co scienza del suo oggetto, il nome, si ritorna - nel senso che ne ritornano le ragioni - all'inconscio, al suo, al logico. Nelle elucidazioni date appena sopra, si abbon dava a descrivere l'inizio del rapporto 'coscienza-lin gua '. Ma questo pe!"ché si era alla sua fine: la coscienza - lo spirito/pensante-consapevolmente - indicava l'inu- tilità del suo progresso, proprio da questo inizio ai nomi, dove veniva a mancare. La mancanza (il Mangel) (si) inscriveva (,come) il non/sens < rnella-lingua, cioè (come) il pensiero puro, il Concetto, il logico. Il «cir colo» (cf. la fine del § 1, I) era tracciato: vi si toc cano l'inconscio, del (' del ' denota un genitivo ogget tivo) logico* specialmente, e il logico, cioè l'inconscio del ('del' qui ha in verità valenza soggettiva) logico* specialmente. 39
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