Il piccolo Hans - VI - n. 24 - ottobre-dicembre 1979

cettuali, «momenti» del Concetto (ivi, pp. 12-9): ma per un loro «uso inconscio» (ivi, p. 13; corsivo mio). Si direbbe, il · logico struttura il logico�', o che. lo anticipa, inconscio (per questo tema, cf. le pp. 12-9 di WdL) per il logico'", questo « in suo possesso» (p, 14), suo inconsapevole ,servitore sin dalla lingua (ivi, p. 9). Tuttavia il pensiero è perché «nei nomi»; e non è «un fare istintivo» (ivi p. 17) ma consapevole se ad esso presiede la coscienza-filosofant�. La psicologia, in E, eredita dalla fenomenologia, immediatamente pre­ cedente, lo spirito-cosciente, e a conclusione del Vor­ stellen, tematizza la lingua, il nom_e (il quale è anzi la Vorstellung «più alta», E § 459). La teoria del nome si conclude nel pensiero: nel Denken che sopprime il Vorstellen (cf. il § 2, sopra). . Ma il Denken è un fare «senza significato», che deve, cioè:, liberarsi anche dal nome. Per cui, si direbbe, la coscienza - filosofan t e, · di chi «sa» di pensare, pensa, cioè - «nei nomi», e non pensa, cioè non «nei nomi». Si tratta di una contrad­ dizione: quale la sua Aufhebung? Per ora si dirà che nel passaggio dal Vorstellen al Denken, è inserita, implicata una coscienza, lo spirito/ consapevolmente-pensante. Una coscienza che distingue tra il pensiero che s'Jgnora e il suo contrario, essa stessa. Il primo è passivo nel Vorstellen, «nei nomi». Specialmente, non sa che, nel «piano» dell'Idea, il pensar:e rappresentativo, il suo, è destinato alla sop­ pressione. Se il testo intitolato ' Enciclopedia ' è il te­ sto in · cui l'Idea si autoespone, saper-pensare coincide con il saper-leggere ... Saper pensare, si dirà comunque ora, consiste nel sapere che tra Vorstellen e Denken c'è un passaggio, il cui il primo è soppresso. Questo spirito «soggettivo» sa che «deve», nel «piano» ideale, essere aufgehoben l'oggetto della sua coscienza, la sua «obiettività», il nome. Non nel nome, non nella lingua è il pensiero-senso, non per un Vorstellen. (e la 36