Il piccolo Hans - VI - n. 24 - ottobre-dicembre 1979

non è certo il discorso del Maitre, · salvo che non si pen­ si al Maitre di Un coup de dés, vegliardo destituito, maniaque chenu, cadavre par le bras écarté du secret qu'il détient... L'istanza che s'incarna simbolicamente in MacWhirr non èJ quella «feroce» del padre morto, della Legge, semmai quella cieca, diminuita, castrata, del padre ariale, il lupo cancellato della «parte sinistra» (vedi quanto ne ,dice Sergio Pinzi nei" saggio omonimo) 15 • Tanto è vero che le sue parole non c9stituiscono un co­ mando ma la s�plice ipotesi per «passare al di là»: al di là di che cosa se non di quella Norma assoluta e negativa che è il tifone, legislazione della morte? Il let­ tore che ricordi appena come viene costruito il capitano MacWhirr nel romanzo saprà a che cosa attenersi e troverà l'omologia non avventata. Nel nome stesso del . personaggio, si coniuga l'idea stessa della generatività con la doppia sonorità del «mugghiare» :(to whirr) di un mare scatenato e del bisbiglio o ronzio vocale che lo attraversa. Ma anche la voce di MacWhirr una volta che si de­ termini come voce -del testo, riprende una sua autorità di seduzione; diventa un canto delle Sirene, aiutando lo scenario marino di fondo. Ma le Sirene, si sa, non si debbono ascoltare. Anche questa è una legge. Come si sa che quella fra principio di piacere e principio di realtà è un'altra delle opposizioni che reggono fa voce. Giuliano Gramigna 26

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