Il piccolo Hans - VI - n. 24 - ottobre-dicembre 1979

nando a casa), o che, per così dire, Ji secondarizzino (Apocalypse Now); bensì dal loro segnare un ritorno co­ sciente alla pratica della Retorica. Il che vuol poi dire che non sono affatto retorici, nel senso che ha oggi que­ sta parola, non sono cioè i film che ci si aspetta di vedere. Noi ceocavamo la Storia e l'Ideologia, cioè le nostre parole. Il cinema americano inventa alcune storie in cui il Vietnam è un elemento drammatico che come qualsiasi altro sottostà alle regole della narrazione ci­ nematografica. La rivisitazione dei generi che accomuna i tre film citati, rispettivamente il melodramma per Tor­ nando a casa, il film di guerra per Apocalypse Now, e la saga socio-familiare per Il Cacciatore, è contraddi­ stinta dall'acquisizione di una differenza che lavora nel testo filmico. E' lì il Vietnam nel significante di una mu­ tazione che è assieme del prodotto come enunciato e dell'enunciazione del regista. Nell'ultimo film di Cop­ pola una delle figure fondamentali del discorso cinema­ tografico, la star (in questo caso Marlon Brando che interpreta il generale Kurtz), viene ridotta a un signi­ ficante che organizza il viaggio del protagonista (leggi il film) non per segni, lé vecchie tracce del nemico, ma per metafora: è un generale · ribelle, è un :dossier Cia, è una comunità guerriero-religiosa; è lo spettacolo or­ ganizzato da PlayBoy per i marines nella giungla, e tutte . le altre sequenze che il montaggio organizza se­ condo lo scioglimento della metafora. La macchina da presa era il soggetto supposto sapere del cinema clas­ sico. Qui lo div,enta un personaggio, il generale Kurtz, con cui lo spettatore non ha •spazi identificativi, decen­ trato com'è nella organizzazione spazio-temporale del film. Appunto, lo diventa: secondo una mutazione che Coppola fa lavorare nello stesso film che inizia e cul­ mina nella prima metà con un grande spettàcolo di ge­ nesi. In Tornando a casa la differenza gioca al livello della 162

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