Il piccolo Hans - VI - n. 24 - ottobre-dicembre 1979

quello che si vuol dimostrare con la sorvegliatissima (e coinvolgente) analisi della novella Un drame bien pa­ risien di Alphonse Allais, è che il lector (di cui « le nar­ razioni richiedono l'intrusione») è destinato a cogliere quella vittoria che la strategia narrativa gli prepara, o a fallire e a « diventare vittima», in primis della propria collaborazione, se non - si attiene alla « dis c iplina testua­ le». Questo insegnamento non si può smentire in asso­ luto: ma, venendo da una narrazione che « esibisce di­ rettamente il processo -delle proprie contraddizioni » sul piano della fabula, si . riduce a una larvata restituzione o omissione -di libertà interpretativa. Le contestazioni della fabula vanificano le previsioni che « a livello discorsivo » il lettore è invitato a fare: Drame è quanto mai convincente, perché la sua fabula si fa cariico delle false previsioni del lettore « nel mo­ mento stesso in cui le contraddice» (pp. 172-173). Certo, il problema di fondo è quello di definire « il rapporto tra la libertà del lettore e le costrizioni testuali»: ma le scelte e le attitudini prevalenti nel Lector in fabula finiscono col rnppresental'e le strutture, che dovrebbero provocare e informare ogni libertà interpretativa, nel modulo o nell'impressione di una padronanza dell'autore in figura di strategia, di un rapporto puntualmente os­ servato di predominio e soggezione. Finisco di replicare e ragionare questa impressione, che non è solo mia, confessando (e ora parlo per me) che in akuni tratti il discorso di Eco sembrava sugge­ rirmi con qualche insistenza (facilissimo ammettere che non sono il suo Lettore Modello) l'idea che raccontare è giallo: e talora mi pareva che la lettura delle narra­ zioni si dovesse risolvere in una strategia indiziaria. L'analisi dell'inizio del Mercante di denti esasperava que­ sta mia idea: e le ipotesi su un frammento, che leggevo a p. 191, e che ora sarei tentato di allegare, dopo avermi 157

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