Il piccolo Hans - VI - n. 24 - ottobre-dicembre 1979

sieme arrendevole all'universo della fabula, che tende ad assorbire in più modi tutti i livelli e le strutture della cooperazione testuale, secondo autorità - per « ,diffu­ sione e raffinatezza» - e motivazioni irresistibilmente esclusive della ricerca semiotica. Certo, il volume del Lector in fabula contiene tutti i registri teorici dell'apertui:ia e della cooperazione in­ terpretativa. Il primo capitolo e }a ricerca peirciana del secondo sui fondamenti semiosici si dispiegano ad assi­ c . urare, per intero, in argomenti e figure concettuali, «ricchezza» e «varietà» all'esperienza, ampiezza e fles­ sibilità all'ordine delle «direzioni», delle attitudini, del­ le «decisioni» pragmatiche; e le stesse -condizioni, gli stessi caratteri riemergono, e si suppongono dunque ri­ marcati e particolareggiati, nel nono capitolo, sulle strutture attanziali e ideologiche, che però ha procedi­ menti spediti e tratti di compendio nel rappresentare la critica che «racconta e mette a frutto le modalità di cooperazione», ,il tipo di critica che si deve appunto definire «come esempio di cooperazione testuale ' ec­ cellente '» (pp. 183-184). La prima significazione (e «offerta») deHa più am­ pia libertà sta nell'asserire che «il testo è una ma-cchina pigra». Lo stesso si dice della lingua: «pigrizia», non nel senso di fare poco (e far -dire e fare poco), ma nel senso di far dire e fare molto (e dunque di fare molto) con poco lavoro. (Il carattere èl · stato studiato corretta­ mente e a lungo come fattore «economico» fondamen­ tale, anche se per «economia della lingua» molti lin­ guisti, da Saussure a Martinet, intendono l'equilibrio delle forze che agiscono sul ·sistema.) Del resto, Eco raccoglie molti preliminari e stabilis-ce i fondamenti del­ la sua ri-cerca nel territorio dei rapporti tra linguistica (del codice e della competenza enciclopedica) e teoria testuale: assume -e sviluppa :linee e motivi da una teo- ria testuale «di seconda generazione», dalla più auto- 154