Il piccolo Hans - VI - n. 24 - ottobre-dicembre 1979
che , si situi nel tempo, nella distensione anziché nel l'estensione: e dunque essa . diviene insieme oggetto-nel tempo e ogget�o-del-tempo, due volte posseduta e pos sedendo ridefinisce in sé tutti gli oggetti che la circon dano. Schubert aveva sempre intuito questo lato della voce - questo piegarsi - ma solo dopo che il tempo gli fu tolto - rivelatasi la malattia incurabile - riuscì a possedere il senso - ,il mistero? - di questo oggetto tempo. Finalmente può muovere oltre il Lied, alle grandi sinfonie, agli ultimi quartetti, quintetti, all'ottetto... e sarebbe giunto anche al tanto sognato teatro!, all'opera?: i suoi corni anticipano Weber... Màhler. Un esame ·anche in superficie del Lindenbaum - un tiglio, un'apparizione della do1ce pace del passato, nel l'immobile viaggio del Winterreise - può avvicinarci forse a quell'oggetto-perduto che è la voce in Schubert. II Lied è costruito come i più lineari - nella semplice forma · strofica - una breve melodia esposta in due coupléts si rovescia in una seconda frase che, ripeten dosi, chiude a cerchio i'l motivo: gli effetti ad eco - tipici del canto popolare - sono sfruttati al massimo, così gli intervalli tra 1e , strofe a creare attesa della ri presa. Affiora chiaro l'intrecciarsi del pia.i1oforte alla voce a delineare la melodia: più di un unisono più di un accompagnamento, v'è un gioco di anticipazioni sot teso nel ·sostare -su un accordo indurvi un accenno di frase interromperla e scivolare via su armonici che già si allineano in un altro · canto, a sospendere H tempo melodico entro la voce. Ma ciò eh� si staglia con ancor più evidenza è il costante _ rovesciamento di cui è for mato questo intrecciarsi: il pianoforte apre con un ar peggio e diventa canto in un'ecò breve che apre alla . voce, è la prima frase esposta in maggiore da un uni sono che solo verso fa fine lascia che la voce si stacchi imprevista in un trillo, poi nella seconda frase la voce 144
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