Il piccolo Hans - VI - n. 24 - ottobre-dicembre 1979

cato della parola su cui si ferma - annunciandola e cancellandola insieme. E' il completo rovesciamento del canto romantico e del suo alludere popolare. Nessun peso al fantasma suggerito dal testo, nessuna valorizzazione dell'espressi­ vo melodico: il Lied si dà solo, come una modalità del­ l'ascolto. Si negano così le figurazioni romantiques che di Schu­ bert sono pur: .state date?, si negano così i languori le atmosfere i paesaggi della schone Mullerin, ad esempio? E' percorr-endo le figure poetiche di Die schone Mul­ lerin che Schubert ,si accorge della necessità di fissare una corrispondenza interna a tutte · quelle _ topiche mu­ sicali che nei Lieder aveva sperimentato per giungere a possedere nella musica la sospesa potenza dell'invoca­ zione. Se Goethe gli era servito per misurare - ascol­ tar-e - un dire già oggettivato, ora si trattava di estrar­ re questo dire - individuarlo - dalla sua estesa fan­ tasmaticità, dalla sua stessa incompiutezza: da cui, l'im­ porsi del ciclo. Salta nettamente l'opinione per cui i Lieder schuber­ tiani valgono come momenti isolati - istanti di una soggettività - essi trovano ragione solo in un insieme: insieme senza progressione, poiché fuori da ogni rego­ lamentazione dialettica. I passaggi della Miillerin sono la prima elaborazione - necessariamente non sistema­ tica - di quella digressione positiva che è l'unico dato ormai dell'invocazione. Da cui si possono estrarre dei motivi, delle possibili serie. Prima - il cerchio della mutazione costante, puro cerchio simbolico: lii.fte - arie - wasser - acque - béichlein - ruscello - flusse - fiume - himmel - cielo - lii.fte, scomposizioni ultime da cui si genera la melodia e vi appoggia il suo innalzarsi, stacco dallo 140

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