Il piccolo Hans - VI - n. 24 - ottobre-dicembre 1979
ficato (la voce/parola) che assicura un ,senso all'algo ritmo, ma allo · stesso tempo sottrae un significato auto nomo agli elementi che lo compongono. Insomma, la voce ci è estranea « al di qua » della parola, ci è scono s c iuta « al ,di là», esattamente come lo è per l'avvol toio la fisionomia delle parti in questa caccia che lo vuole vittima di un inganno da cui egli uscirà vivo, ma vinto. Questo, i lettori lo sanno bene, è anche l'e sito di molta analisi. Resta da verificare l'opportunità di mettere a confronto Phylios che cattura avvoltoi con la voce che desidera di essere desiderata dalla parola. Eccoci alla sorpresa! E' il caso della cornacchia e del pezzo di formaggio, così almeno, la cultura popolare ha tradotto e fatto suo il mito di Phylios, facendone - sua la metis. III Nell'adagio popolare nordico la cornacchia lascia ca de!'e il pezzo di formaggio rubato per cantare, vinta dalla seduzione, essa è attirata dall'aroma dell'adula zione (dopo essere stata attirata da quella del formag gio) come l'avvoltoio dall'odore del sangue. Essa fuggi rebbe questo. Questi, quella. (Nella lingua inglese il passaggio dall'aquila alla cornacchia è favorito da un metaplasmo. Infatti il coniglio gallese, piatto tip i co di questa regione, non è che un crostino al formaggio, welsh rabbit è la sincope di welsh rare bit, bocconcino gallese.) Questo metaplasmo, questi metasememi, que sti metalogismi uniscono cacciatore e selvaggina per mezzo di una recitazione intorno ad un oggetto impos sibile, ad un segno di assenza che la psicoanalisi chiama « mancanza ad essere ». L'umorismo, niente affatto in volontario, di queste relazioni è quello che Kierkegaard definisce I'incognifo, nel mito di Phylios sono i due 131
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