Il piccolo Hans - VI - n. 24 - ottobre-dicembre 1979
Il canto delle sirene 1. Molte voci risuonano attraverso la irealtà dei Canti leopardiani: « e il ,dissueto orecchio / della ma terna voce il suono accoglie?»; « e mi serrava / ad ogni voce il cor...»; « a quella voce angelica...»; �< e sotto al patrio tetto / sonavan voci alterne...» (,si fa natural mente grazia dei luoghi più memorabili e scolasticizza ti: « porgea gli orecchi al suon della tua voce» o « la tua voce sonar»). Altri. reperti dall'Appressamento della morte (�< Oh che voci, oh che gioia, oh che sorriso!»), dalle traduzioni di Mosco ( « che di rtua voce il dolce suon fra i sassi / più non imita...»; « il suono udia della tua voce, e oh quanto / ne avea diletto!»). Sono es�pi estratti a caso e del resto neppure omogenei, an:che di là dall'efficacia poetica. I rimbalzi, gli echi, le elabo razioni teoriche o pararteoriche sono altrettanto fitti nello Zibaldone, dove può capitare che la voce diventi canto o suono: « Sentia del canto risuonar le valli / d'agricoltori, ecc.»; ·« Sento nel mio letto suonare (bat tere) l'orologio della torre. Rimembranze di quelle not ti estive nelle quali essendo fanciullo e lasciato in letto in camera oscura, chiuse le sole persiane, tra la paura e H coraggio senrtiva battere un tale orologio...»; « Stri dore nottuI'I_lo delle banderuole traendo il vento»; « Do lore mio nel sentire a tarda notte •seguente al giorno 13
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