Il piccolo Hans - VI - n. 24 - ottobre-dicembre 1979

La voce, la scrittura 1. Il grido, il silenzio. Scrive Jacques Lacan, nel Se­ minario XI: «il gddo non si profila su sfondo di si­ lenzio, ma al contrario Io fa sorgere come ,silenzio». Non so quanto l'analogia possa tenere, ma - leggendo questa frase :di Lacan - mi è subito venuto in mente il famoso distico ,di Ungaretti, «m'illumino/d'immen­ so» e la sua collocazione nella pagina. Le due brevissi­ me righe «fanno sorgere», tutto intorno, il bianco della pagina, insieme come «luce» e come «immensità»; quel bianco che non esiste, significativamente, senza il nero dell'inchiostro di ,stampa. In pittura, è un proce­ dimento noto agli a · strattisti, che trova forse in Fon­ tana un punt ' o di arrivo: in lui è il taglio che «fa sor­ gere» il bianco abbagliante ,della tela. Andare oltre - ed è stato fatto-, presentare cioè la tela nella sua pura bianchezza è una soluzione logica, non estetica. Il «bian­ co più bianco» è quello che ·emerge da una macula, da un taglio. Tornando a Ungaretti, è noto ,come la critica tra le due guerre, sulla scorta di Gargiulo, abbia insistito sui « valori fonici» delle poesie del Porto sepolto e dell'Al­ legria. Sarebbe piuttosto il ,caso di riferirsi a «valori . grafici», i cui di r etti antecedenti, nel suo caso, sono, come si sa, Apollinaire e Mallarmé. 122

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