Il piccolo Hans - VI - n. 24 - ottobre-dicembre 1979

con la doppia accezione di « volo» e '«furto»; n.d.t.] della scrirttura che per scoprirne il ' nido ' o la fonte ritmica: « Si, attirée par un sentiment d'insolite, elle a paru, la Meditative ou 1a Hautaine, la Farouche, la Gaie, tant pis pour cette indicible mine que j'ignore à jamais! car j'a,ccom­ plis ,selon les règles la manoeuvre: me dégageai, vivrai et je contournais déjà une ondulation du ruisseau, emportant comme un noble oeuf de · cygne, tel que n'eri jaillira le vol, mon imaginaire trophée, qui ne se gonfie d'autre chose sinon de la vacance exquise de soi qu'aime à l'été poursuivre, dans les allées de son pare, toute dame, arretée parfois et long­ temps, comme au bo11d d'une source à franchir ou de quel­ que pièce d'eau » 51 • Certo, l'intenzione resta la stessa malgrado il diver­ gere delle indicazioni delle frecce, ma non ·rischiano forse di irrigidirsi e bloccarsi, i contorni del discorso ozioso, lasciando vedere, nel poema non cancellato, il volto di una « qualunque» amica: la Meditativa, la Altèra, la Fe­ roce o la Gaia? Quattro volti ai quali corrispondono rispettivamente quattro momenti del poema ohe si po� trebbero espo-rre distinguendoli come segue: fissazione dellQ sgua·rdo verso l'interno, sorgere del boschetto flu­ viale, _ interruzione del passo, godimento della confusa intimità. Questo è il rrischio che comporta la conservazione del tracciato della scrittura, di cui Mallarmé si è sforzato di distruggere tutti i sensi stabiliti al fine di preservare questa « Figura che non è nulla» 52 unita all'incognfro della « minaccia indicibile che egli ignora per sempre». Ci si rende çonto che una « qualsiasi» apparizione annul­ lerebbe in tal modo la · « possibilità femminile» di sé che il poeta tende col suo lavoro a rigettare (ireimmettere) hel campo delle virtualità del testo. La « vacanza squisita di sé» che figura alla fine del poema quale mèta comune del poeta e · della sua amica, 117

RkJQdWJsaXNoZXIy