Il piccolo Hans - VI - n. 24 - ottobre-dicembre 1979

r:oseau », immagine prima dell'« idéale fleur», ninfea o rosa, unicamente presente nella vibrazione del nome « ro­ seaux» (« canne») il èui « bouquet » iè spoglio dei risa­ puti ' calici ': « Je dis une fleur! et hors de l'oubli où ma voix relègue aucun contour, en tant que quelque chose d'autre que. les calices sus, musicalement se lève, idée meme et suave, l'ab­ sente de tout bouque.t» 3 1 • Conosciuta e sconosciuta insieme, l'amica, o il fiore ideale, si ripara dietro il boschetto o nelle profondità acquatiche della propria radice. Per questo lo sguardo del rematore , divenuto ormai ladruncolo e malandrino, oscilla tra l'orizzontalità dello spazio proiettato da que­ sto punto fin nel prolungamento divergente de1le « siepi che cintano prati», e la profondità che sbooca nell'« arca unica», luogo privilegiato del mistero di questa « pos­ sibilità femminile» che il poeta vorrebbe integralmente lustrale: « Toute je l'évoquais lustrale » 32 , o (meglio) della quale si augura che, insperata, dimori in quel bacino. Si ottiene così un pendolo esitante t,ra le due amiche, tale che la frequenza del movimento di riflusso su di sé (« ritornante su se stesso») da quando ha 'urtato ' una delle sue estremità, impedi(rà)sce di definire l'una e l'altra dama. Per · questo la limpidezza dello sguardo delle due abi­ tanti di dimore « umidamente impenetrabili . », ghiac­ ciando le foglie di ,salice le trasforma in uno specchio appannato di quello · stesso sguardo che procede dalle superfici abitate o dalla loro profondità: « Un joli voisinage, pendant la saison, la nature d'une personne qui s'est choisi retraite aussi humidement impé- 108

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