Il piccolo Hans - VI - n. 23 - luglio-settembre 1979

za esatta, ma su una precisa torsione che nel dominio delle scienze viene ad aprirsi con l'acquisizione della psi­ coanalisi. Nel testo del '93 Freud constatava che Charcot, che tanta attenzione aveva portato all'isteria, pur avendo individuato il nesso tra isteria e possessione demoniaca, si era poi attenuto nell'indagine eziologica alla facile formula dell'ereditarietà. Gli sarebbe bastato prendere sul serio quello che aveva ben letto nelle relazioni e nei processi dei tempi passati per trovarvi adombrata ben . altra eziologia. ·,In quel necrologio Freud parte dal « problema di stabilire perché l'isterico soggiaccia a un affetto di cui afferma di ignorare la causa» (O:C. 2, p. 113). Si tratta per lui di stabilire se nella vita del malato si trova una causa che possa giustificare il manifestarsi dell'affetto. Se si fa questa ricerca si è costretti a « dedurre che il malato si trova in uno stato psichico particolare, nel quale è andato perduto il filo che connette tutte le im­ pressioni e i ricordi, uno stato in cui è possibile che l'affetto del ricordo si estrinsechi per mezzo di mani­ festazioni somatiche senza che il gruppo degli altri pro­ cessi psichici, l'Io, possa saperlo o possa intervenire per impedirlo». Ebbene per Freud la singolarità di tale ipotesi, che è quella della dissociazione della coscienza, non �vrebbe dovuto parere troppo ardua ad esempio a un Charcot se già il medioevo l'aveva adottata spiegando la causa dei fenomeni isterici con la possessione da parte del demonio. Ma Charcot aveva dovuto assolvere un com­ pito ancora preliminare a quello di trovare l'eziologia dell'isteria, e quel compito comportava il riconoscimento del quadro nosologico stesso dell'isteria che fino allora non aveva una descrizione fenomenologica unitaria, co­ sì come non aveva credito presso i medici i q1!lali trat­ tavano i malati d'isteria, anzi le malate perché si era 9

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