Il piccolo Hans - VI - n. 23 - luglio-settembre 1979

Nota Sognai di morire. Salìi i cieli e giunsi m un ca­ stello di luce. Nascosto dietro un arazzo della sala cen­ trale, intravidi un trono vuoto e vicino ad esso Mozart, Einstein, Beethoven, Rossini. Tra i presenti notai Ugo Foscolo che par,eva discutere animatamente con un lattaio vestito di nero e senza volto. La mia collocazione definitiva fu in éucina. Pelavo patate. Uno dei cuochi assomigliava tremendamente a Adriano Spatola. Altri poeti contemporanei mi parve di riconoscere, ma al risveglio i loro volti scomparvero dalla memoria. Un giorno Foscolo passò in cucina. Quando mi vide mi prese sottobraccio, mi obbligò a seguirlo in uno spiazzo di acciaio e di cristallo illuminato da una sfera incandescente. Con voce imperiosa mi impose di com­ porre due serie di poesie. I testi dovevano risultare quattordici in tutto. La prima serie doveva fondarsi su variazioni del « suo » endecasillabo trasformato secondo il mio orec­ chio, la seconda su versi fortemente ritmati, serie in cui ogni poesia doveva differenziarsi per l'articolazione dei « gruppi tonetici ». T.K. 88

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