Il piccolo Hans - VI - n. 23 - luglio-settembre 1979
esemplificazioni che precedono - a composizioni come quelle che vanno sotto il titolo di Predilezioni, in Povera Juliet); dall'altro lato, mi riferisco ad Anto nio Porta, e più esattamente all'ultima esperienza di Porta, quella che, grosso modo, prende inizio dal vo lumetto Week-end (1974) e che figura ora nella se conda parte del volume comprensivo dell'intera, a tut t'oggi, produzione poetica dell'autore, Quanto ho da dirvi (1977). Mentre, per il primo aspetto, e cioè per l'aspetto tendenzialmente rimosso, o accantonato, del l'esperienza della verbalità, esso è splendidamente esem plificabile nella produzione in toto di Edoardo Caccia tore (ove, comunque, la funzione-Rimbaud, in quanto esperienza di una semanticità plurima strutturata nel testo, convive con un'esperienza della verbalità in quanto matericità fonico-timbrica di accesissimo grado, se non addirittura incandescente, la quale salda l'espe rimento anche all'altro versante della verbalità: quello - segnalato più indietro - rappresentato . dall'espe rienza della poesia barocca); nella produzione in toto di Amelia Rosselli, nonché nei migliori momenti del lavoro di Lor _ enzo Calogero. Ma essa è altresì reperibile in una delle figure pm alte della poesia italiana contemporanea, figura che ap punto è riconosciuta - dai più giovani operatori della verbalità, e non solo da essi - fra le più attuali e vitali, fra le più «nutritive» (se ci si passa la meta fora alimentare): intendiamo, la figura di Andrea Zan zotto, nella quale coabitano, entro una fulminante ca pacità di tensione e polivalenza operative, tutte e tre le istanze mentali che qualificano l'operare poetico con temporaneo e ne definiscono gli esiti; e cioè le istanze che fanno capo sia al «pensiero stilistico» (e che de finiscono la poesia dello scarto linguistico, della · dé vianza dalla norma), sia il « pensiero semiologico» (poesia della comunicazione, _ o della comunicatività), 83
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