Il piccolo Hans - VI - n. 23 - luglio-settembre 1979
moltiplicazione di significati, o, se vogliamo, a effetti di polisemia: il che significa pluralità di valori seman tici ma anche, contemporaneamente, una loro precisa circoscrizione nel testo: per cui si potrebbe parlare, in questo caso, anche di polisemia «puntiforme» o di · «orizzontalità» della polisemia; mentre nel testo di Rimbaud, a motivo della struttura rigorosamente chiusa che controlla gli enunciati proposizionali ci troviamo invece di fronte o a percorsi virtuali di senso (a isoto pie plurime e grammaticalmente non attualizzate) o a effetti di indecidibilità fra più isotopie. In questo caso, non si tratta affatto di polisemia bensì di articolazioni di senso induse nella struttura del testo e, per ciò stesso, passibili non più di estrapolazione o di circo scrizione quanto semplicemente di indicazione. Il testo, in questo caso, contiene il proprio pensiero, che è - come avevamo anticipato sul principio di questa co municazione - una dimensione e un effetto della sua stessa verbalità. Riprendendo il filo del nostro discorso, diremo dun que che èJ sulla variante Rimbaud, o sulla «funzione Rimbaud» (come la denominerebbe Contini), che si in nesta - magari implicitamente - la linea forse più in teressante della sperimentazione poetica contempora nea. Linea ora benissimo reperibile in antologie quali Il pubblico della poesia, a cura di A. Berardinelli e F. Cordelli (editore Lerici, Cosenza 1975); La parola inna morata; a cura di G. Pontiggia e E. De Mauro (Fel trinelli, Milano 1978); in alcuni volumetti, soprattutto collettivi, stampati a cura di G. Raboni nella collana dei «Quaderni della Fenice» dell'editore Guanda; non ché nel benemerito «Almanacco dello Specchio», stam pato annualmente presso Mondadori a cura di M. Forti, ove, accanto ad anticipazioni di voci già collaudate o addirittura magistrali della poesia contemporanea, è fatto spazio ad esperienze di poeti nuovi o nuovissimi, 81
Made with FlippingBook
RkJQdWJsaXNoZXIy