Il piccolo Hans - VI - n. 23 - luglio-settembre 1979
viamo una precisa distinzione fra isteria e paranoia: la proiezione vi risulta procedimento tipicamente para noico. Da cui la difficoltà a far rientrare questa ne vrosi demoniaca dentro l'alveo che le avremmo cre duto naturale, visti gli antecedenti. Gli elementi congiunti al tema dell'obbedienza dif ferita, la quantità di fantasie allucinatorie riferite e il meccanismo della proiezione si oppongono infatti a che il caso sia riportato alla matrice isterica, o comun que che vi sia contenuto. E' pur vero che tutto il pro blema della veridicità dei documenti, e quindi anche delle manifestazioni patologiche del pittore, ci riporta indietro a Charcot per il quale le frontiere fra ne vrosi e simulazione erano ancora tutte da tracciare, e il suo merito è appunto quello di averle tracciate, di aver reso credibile la sintomatologia nevrotica. Veri dicità che Freud conferma anche in questo caso, ana lizzando l'errore commesso dal pittore Haizmann il quale tradisce la propria storia sbagliando la data dei patti; a quel proposito Freud osserva: « Questo errore ha il significato di un atto di involontaria sincerità: ci permette di arguire che il patto che dovrebbe essere stato stipulato in precedenza fu concluso in realtà in un'epoca successiva» (p. 551). Errore produttivo, dun que, ma anche errore - se così si potesse · dire - ve ridico. Parlare però di un errore veridico ci aggancia . direttamente alla proiezione paranoica e ci offre un ar- gomento in più per inscrivere la nostra nevrosi demo niaca fuori dall'isteria. Infatti proprio nella minuta H una bellissima pagina ci svela il segreto delle idee deliranti per quei soggetti che « amano il loro delirio come se stessi». Quella medesima pagina (O.C. 2, p. 40) chiarisce le differenze fra le difese paranoiche e quelle degli altri processi. Ebbene vi compare una figura par ticolare che è la psicosi isterica nella quale le rappre- 29
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