Il piccolo Hans - VI - n. 23 - luglio-settembre 1979

Freud - di trovare come per via di proiezione il dia­ volo sia proprio l'antitesi di Dio benché molto affine a lui. « Una cosa è certa gli dei possono diventare de­ moni malvagi quando nuove divinità li soppiantano. Quando un popolo èJ stato vinto da un altro accade non di rado che le abbattute divinità dei vinti si trasfor­ mino per il popolo dei vincitori in · demoni» (p. 540). Naturalmente « non è facilissimo indicare ciò che nella vita psichica dell'individuo rappresenta un residuo di · questa concezione satanica del padre» (ibidem). Tut­ tavia intorno a questi residui Freud riorganizza la storia del pittore proponendone una versione in grado di spie­ gare più cose di quanto il semplice lavoro di ricucitura filologico possa fare. E abbiamo visto che questi resi­ dui sottendono un troppo presto e un troppo tardi, sic­ ché a Freud non resta che invertire i termini e porre dopo, ciò che nella cronologia veniva prima, postporlo insomma. I residui passano direttamente a interagire sulla temporalità come è naturale, ma se li consideriamo in relazione al secondo elemento preso in considerazione congiuntamente all'obbedienza differita, e cioè alla proie­ zione, ci accorgiamo di poter compiere il passaggio, dal­ l'individuale al generale, nei due sensi. Freud ha appena motivato l'« obbedienza differita» nel sistema totemico e da questo si è riportato alle particolarità di una vita psichica: Haizmann o altrove Schreber. Ma all'inverso, dal procedimento proiettivo del pittore con le sue raf­ figurazioni del demonio si può risalire al più generale processo proiettivo proprio a tutta una ideologia della possessione. Nella proiezione abbiamo un modello dop­ piamente interessante, da una parte in quanto ottico è pieno di connesioni spaziali-figurative - vedremo l'im­ portanza dél figurativo in Dora - e prossimo al rove­ sciamento tipico di molti processi ottici di rifrazione. D'altra parte fin dalla lontana minuta teorica H tro- 28

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