Il piccolo Hans - VI - n. 23 - luglio-settembre 1979
cazione che vi trova: « che il diavolo possa essere una copia del padre e fungere da suo sostituto, questo non era mai apparso con tanta evidenza come nel caso del nostro pittore nevrotico del secolo decimosettimo» (p. 541). Dunque questo pare l'interesse di Freud al caso: un'esemplificazione evidente. Ora questa evidenza non sembra, a ben vedere, per nulla tale. La sostituzione della figura paterna certo ri sulta palese, ma intorno al passaggio fra i due termini che Freud « evidenzia» si presenta una zona più pro blematica. Tanto che alla fine la stessa evidenza del pas- . saggio fra i due termini sembra essere presa dentro quel più ampio passaggio che sottende tutto questo scritto, ancora una volta il passaggio dall'ideologia alla scienza, quella scienza che sulla questione del demonio ha fatto ciò che le scienze esatte non avevano saputo, che anzi avevano risolto in maniera regressiva rispetto all'ideologia medioevale dando un'interpretazione orga nicistica dell'isteria. La sostituzione del diavolo al pa dre è dunque ciò che Freud trova qui come un · 'esem plificazione evidente, mentre, ci dice in una nota, nelle analisi' è rarissimo trovare il diavolo come sostituto pa terno perché questa figura mitologica ha perso da tem po la sua funzione. Da cui se ne dovrebbe dedurre che il vero risultato dell'analisi di questa nevrosi abbia un rilievo solo storiografico: « i processi delle streghe pos sono essere visti in una luce nuova». Ma se cosi fosse sarebbe strano dover constatare che egli non se ne serve , affatto. Tanto che bisogna risolversi a cercare il senso di questo testo altrove piuttosto che nell'interpretazio ne storiografica. E' questo uno degli imbarazzi che sor gono con la nostra lettura ritardata. Nella sostituzione interviene in maniera decisiva una forma che sembra fatta apposta per rimetterci sulla pista delle credenze e del ritorno indiretto a quel loro 26
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