Il piccolo Hans - VI - n. 23 - luglio-settembre 1979

Naturalmente introducendo il riferimento alla macchina abbiamo forzato un po' l'andamento del caso, infatti se Freud sostanzialmente non si conta fra i narratori, si considera fuori dalla macchina e per questo la può gui­ dare. Ma comunque la macchina che conta se stessa ci servirà anche per tirare le somme su certi effetti di questo scritto dove l'intervento di Freud appare spo­ stato rispetto ai tempi della sua produzione, come già accennato. All'interno del testo Freud conduce l'argo­ mentazione, parte dai punti che nelle varie relazioni non concordano: « L'esame di queste contraddizioni ci por­ terà - inopinatamente a una più profonda comprensione di questo caso clinico» (p. 547). A) Dalla lettera del parroco risulta un solo patto stipulato nel 1668; B) dall'abate Franciscus risultano due patti uno del 1668 firmato con l'inchiostro e uno del 1669 firmato col sangue. Il patto restituito il giorno 8 settembre 1677, il giorno del primo miracolo, sarebbe quello firmato col sangue. Una prima contraddizione risulta dal fatto che i due patti restituiti dal demonio portano entrambi la data del 1669. Una seconda con­ traddizione sta nel fatto che a seguire l'abate Franciscus, il pittore si sarebbe fatto restituire 1'8 settembre '77 il patto firmato col sangue, vale a dire il secondo, quello stipulato nel '69 e come tale lontano dallo scadere - i patti avevano una durata di 9 anni - mentre avrebbe trascurato di farsi rendere il primo del '68, quello fir­ mato con l'inchiostro il quale invece veramente sarepbe scaduto di lì a poco. 1Le argomentazioni e i passaggi della ricostruzione sono precisi e meritano di essere seguiti sul testo. Essi ci conducono « a una ipotesi che ha il vantaggio di spie­ gare gli eventi nel modo più naturale, seppure non del tutto coincidente con le testimonianze scritte», così , Freud ci indirizza verso la sua interpretazione che egli presenta come una ipotesi in grado di spiegare di più, 24

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