Il piccolo Hans - VI - n. 23 - luglio-settembre 1979

stra attenzione, basta infatti lasciarsi guidare dal testo per essere sorprendentemente condotti indietro: non alla m�tapsicologia, o con la metapsicologia, sembra parlare Freud ma agli . anni decisivi che vanno dagli Studi sull'isteria a Dora. Freud pare calato nei problemi di quel tempo anche se la situazione della psicoanalisi nel · '22 è ben altra; - e questo viene puntualmente sottolineato, ma quasi come una forzatura, come già il tono del di­ scorso sulla « scienza esatta» ci era parso un poco trion­ falistico in rapporto alle medesime osservazioni di 25 anni prima. Allora sì la psicoanalisi doveva essere suf- fragata da ogni e l emento _ soggetto a portarle una pietra costruttiva, mentre ora nel '22 Freud ricorda quella si­ tuazione senza sentire di doverla riprodurre: « Neppure è mia intenzione servirmi di questo caso come di un argomento per dimostrare la validità della psicoanalisi; al contrario, presuppongono la valid_ità di questa scien­ za». Certo queste parole sono storicamente motivate e ineccep!bili, solo che il loro tono stupisce nel contesto di questo sceverare continuo fra vero e falso, fra ideo­ logia e filologia o scienza. Tanto più che solo po­ che righe oltre Freud conclude: �< Comunque, se uno non crede né alla psicoanalisi né al diavolo, dobbiamo lasciare che faccia quel che vuole del caso del pittore» (O.C. 9, p. 538). Si intende certo che cosa Freud vuol dire, ma resta una formulazione per certi versi enigma­ tica. Enigmatica la contrapposizione di due ordini di discorso - quello superstizioso e quello scientifico - così disparati, e mal assimilabili a un elenco lineare. Una indicazine decisiva riguardo queste perplessità non manca e si trova fra le dichiarazioni relative alla affidabilità dei monaci. Fra le altre questa osservazione è illuminante: « Abbiamo ancora una volta occasione di riconoscere che nonostante l'evidente finalità delle sue fatiche, il compilatore non si lasciò indurre ad allonta­ narsi dalla veridicità che è richiesta dal racconto di un 19

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