Il piccolo Hans - VI - n. 23 - luglio-settembre 1979

(assiologico) di iiquilazione del marxismo, inedito per­ ché fa leva a partire dalla cultura, rendendo ancora più atroce l'arrogante apparenza del miracoilo della politica e coinvolgendo di esso finanche i suoi aspetti critici legati alla sua forma ontologica. Gli effetti più imme­ diati sono già intorno a noi, esso ha travolto ciò che restava (... ne restava?) della cultura antifascista, me­ glio, della sua funzione di spartiacque storico-politico. Questo quadro aggrava, per soprammercato - in parti­ colare in Italia - la struttura paradossale dell'antifa­ scismo storico (inteso . come la parte consensuale più ampia della Resistenza al nazi-fascismo) vissuto come un mito. Mito che già vanifica - a partire dagli anni di Tambroni - il superamento dei massimalismi ideo­ logici dei fascismi e delle loro parentele autoritarie fino ( e ancora) al destrismo populista dei cattolici. Così questo liberismo (o neo-liberismo), e la sua offensiva, sono la brutale realizzazione degli incubi di ciò che il fascismo storico non è stato nei fatti, mentre la storio­ grafia corrente sta per realizzare l'ambizioso pr9getto di una « rigorosa» definizione storica del fenomeno fa­ scista, le sue forme recuperate sono dappertutto intorno a noi. Forme che ci sono in parte sconosciute perché l'antifascismo ha da sempre peccato di un'interpreta­ zione polemica (per esempio, la vistosa riduzione del fenomeno fascista ad una forma di banditismo parapo­ litico) tanto che, ora, dobbiamo fare i conti anche con i fantasmi della sua interpretazione. Le cimose. Ha senso, oggi, l'affermazione che bisogna prendere ancora una volta e scopertamente le parti del comu­ nismo? (Personalmente ritengo di si!). Intanto. Noi ve­ diamo che l'« ideologia del riflusso» s'inounea fra due 181

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