Il piccolo Hans - VI - n. 23 - luglio-settembre 1979

bis», che rimanda a San Gi9rgio e ai Cavalieri di Rodi (le cui immagini Swann ha portato in dono a Oriane). Anubis è, come si sa, il « signore della necro­ poli», il dio nero che introduce i morti nell'altro mondo e veglia sulle tombe. Al momento di salire in carrozza, la duchessa sco- . pre un piede calzato di nero sotto la gonna rossa del suo abito da sera. Il testo esibisce per due volte il singolare /pied/, cui si contrappone, nel giro di poche righe, il plurale /souliers rouges/. Il /pied/ scanda­ loso, interruttore, ominoso (oltretutto, di color nero!) è Uno; ponendosi in contrasto di fondo con la coppia, con il Due delle « scarpette rosse», esso ricostituisce subito, dirò così visivamente, il dispari, ciò che avanza sempre, che non può essere neutralizzato, ricondotto alla catena delle duplicazioni, insomma alla serie della generazione illimitata. E' vero che poco più avanti anche le scarpette nere, che scandalizzano tanto il duca, saranno viste in coppia, « come coppia», ma -niente potrà ormai cancellare la prima apparizione sca­ tenatrice di tutta la sequenza, che è l'apparizione del­ l'Uno, del Dispari che rompe qualunque simmetria. Se c'è un deus che, secondo il verso famoso, gaudet del numero dispari, non potrà essere che Thanatos. Una volta prodottasi, la lacerazione non è rimarginabile. Per forza: giacché è all'insorgenza dell'Uno, del fatto che ci sia un Uno irriducibile, che si proietta nel testo lo scontro fra pulsione di morte e pulsione erotica. Sic­ ché · i tratti accompagnatori del /nero/ e del /rosso/, che il simbolismo spicciolo connette a /morte/ e a /vita/ o /passione/, risultano aggiuntivi. Una lettura così avviata non potrà fare a meno di rilevare anche che /la mère Saint-Euverte/, presso cui debbono re­ carsi a cena i Guermantes, pretesto delle impazienze ducali, suona altresì pressapoco come /la mer ouverte/, autorizzando la catena di associazioni madre/mare/di- 177

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