Il piccolo Hans - VI - n. 23 - luglio-settembre 1979

dei soggetti che costituiscono la scena letteraria: scrit­ tore, personaggio, lettore. Il testo è il luogo di un lavoro di significanza, ma è anche il luogo dove si confrontano/affrontano l'in­ conscio dello scrittore e quello del lettore (critico o non che sia). L'inconscio del testo, per ipotesi, sembra prodursi non già come effetto di quell'affronto/con­ fronto, ma nell'interstizio, nel décalage che divide quei due soggetti. Questo buco, questa bocca è una « bocca di desiderio»? Forse conviene capovolgere la procedura e anziché definire che cosa sia l'inconscio del testo, provare a individuare - su un testo - i punti nei quali si manifesta: ma anche qui, invece di parlare dì punti « dove» qualche cosa viene fuori, si dovrebbe, più correttamente, parlare di punti « che lavorano». Restando nel campo delle scelte di Bellemin-Noel, prendo a caso alcune pagine di Proust, rimaste nella memoria ma non perché siano particolarmente rive- \ latrici: l'episodio delle scarpette rosse che chiude la terza parte dei Guermantes. La sequenza mette in scena una presenza di morte (è Swann stesso ad annunciare che la malattia gli lascia ancora poco da vivere), cui si contrappone l'egoismo mondano della duchessa e so­ prattutto del duca. Questa opposizione è così evidente da risultare quasi convenzionale, e viene avanti a li­ vello di una lettura di superficie. Ma il testo dice di più, dice qualche cosa d'altro o, se si vuole, dice le stesse cose ma manifesta insieme una traversata, un lavoro di cui non c'era segno alla prima ricognizione. Per quanto riguarda la pulsione di morte (questa, e nessun'altra, è la scena qui agita) essa si trova inscritta già obliquamente nelle pagine che precedono l'episo­ dio, occupate dal colloquio fra i Guermantes e Swann su questioni di genealogia e di relative préseances: si trova inscritta rtella citazione, altrimenti abbastanza er­ metica, di Swann: « extintor draconis latrator Anu- 176

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