Il piccolo Hans - VI - n. 23 - luglio-settembre 1979

Le C< scarpette rosse>> dell'incon scio iSi suppone di sapere che cosa sia un «testo», a livello di semiotica; quanto all'« inconscio», après Freud dovremmo saperlo, se è addirittura uno dei con­ cetti fondamentali della psicoanalisi. Ma - basta che i due termini s'uniscano in un sintagma, «inconscio del testq », come quello che coq:1.par � fin dalla copertina . di un libro recente di Jean Bellemin-Noel (Vers l'in- conscient du texte, PUF), perché ognuno di essi riesca a far vacillare l'altro, a intaccarne i margini. Che cosa '· sarà l'inconscio del testo? e dove si collocherà, non solo secondo una c,onsiderazione topica ma addirittura epi­ stemologica? Quel movimento verso s'ingombra subito di aporie. Si tratta davvero di tirer les vers du nez · al testo o all'inconscio, se non ad entrambi, per ricosti­ tuirli · in un rapporto che consenta di agire nella dire­ zione proposta/supposta dal libro citato. Il quale la­ vora appunto su dei testi, uno dei quali almeno si presenta come esemplare: si tratta del sogno di Swann, che praticamente chiude Un amour de Swann, e la cui esemplarità non risiede nel solo fatto che consenta (a Belleniin-Noel) l'eguaglianza « tout texte est un reve» e la sua reciproca «tout reve est un texte»; ma che 174

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